Il contratto

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CignoNero
view post Posted on 17/9/2010, 18:19




Su questa storia faccio una piccola premessa: è stata scritta in seguito a quello che ho passato qualche mese fa. Leggerete un racconto, ma sappiate che è una metafora di come mi sentivo e di quello che mi stava accadendo. L'altra premessa, di cui vado molto fiera, è che il racconto è stato letto da uno scrittore emiliano piuttosto conosciuto, Gianluca Morozzi, che l'ha considerato niente male, paragonando il mio stile un po' a quello di Barbara Baraldi. Lo stesso racconto ha riscosso più commenti favorevoli sul sito di braviautori. Al momento lo sto continuando, vi metto la prima parte.

IL CONTRATTO



Stava sfogando tutte le sue lacrime, pensando di non poterne più versare, quando si accorse che, tra un mancato battito ed un singhiozzo, stava sussurrando:"venderei la mia anima per non dover mai più sentirmi così". Lo stava sussurrando, singhiozzando, ma l'intenzione con cui pronunciava tale frase era reale e forte come erano reali e calde quelle lacrime, così forte che qualcuno la ascoltò.
Aveva cercato di offuscare la propria mente col suo rhum preferito quando, senza rendersene conto, aprì gli occhi e si trovò davanti un'ombra nera, suadente, affascinante. Riuscì a metterla a fuoco per un attimo, nel delirio della propria sofferenza, ed in quell'attimo ne percepì subito il magnetismo. Quegli occhi neri e così scintillanti, al buio, la penetrarono come lame infuocate nelle carni. Erano come il suo dolore: bruciante ma inevitabili. Pensava fossero i fumi dell'alcol e la stanchezza; aveva passato le ultime cinque notti a dormire poco ed in compagnia di un incubo diverso per oscurità, quindi pensava fosse l'ennesima creatura onirica venuta a farle un'infelicecompagnia.
"Sei sicura della tua richiesta" le disse l'Ombra "guardami donna, o quel che ne resta del tuo esser donna, sei sicura di quello che vuoi?".
Helena lo guardò, almeno ci provò, ancora convinta di sognare, rispondendogli:"Chi sei? Sei il mio incubo venuto a farmi compagnia per questa notte?".L'Ombra la guardò di nuovo, porgendole la mano con eleganza d'altri tempi:"tu mi hai chiamato, per questo sono giunto a te. Ho sentito il tuo dolore, era forte, urlante, bruciante. Io vivo di questo, e giungo solo da chi mi chiama con tanta intensità, da chi davvero mi desidera. Dimmi, donna, davvero venderesti l'anima al Diavolo? Perchè se ne sei convinta, puoi farlo, basta che tu lo voglia".
Helena lo guardò, tra l'affascinata e lo stupita, in maniera sbeffeggiante gli chiese:" e tu saresti il Demonio? Beh, ti dirò, ti ho sempre immaginato peggio, quasi quasi potevi venire a trovarmi prima, saresti sempre stato meglio di quanto avuto fino ad ora".
L'Ombra la guardò, le sorrise: un sorriso che era un bagliore, l'avreste mai detto? Il suo sguardo era quasi intenerito davanti a questa maschera di forza frantumata che cercava di sbeffeggiarlo. Lui la forza, la potenza, o meglio, l'Onnipotenza; lei la debolezza, il puzzle infranto in mille pezzettini sbiaditi e sparsi. Lui, il Demonio, davanti ad un'inetta e sofferente umana che stava cercando di deriderlo, ma l'oscurità che c'era in lei era quasi tangibile, aveva addirittura un odore, il profumo della desolazione e dell'amarezza. Per lui era come odorare un giardino primaverile.
"Sei quasi convincente, ma non sono qui per essere deriso, donna. Se preferisci, possiamo finire di sorseggiare insieme quel buon rhum che custodisci così gelosamente accanto al tuo letto, e parlare di un contratto conveniente per entrambi. La tua anima, in cambio di quello che desideri. Che cosa vorresti, più di tutto, ora, Helena?".
Che cosa vorrebbe Helena? Dimenticare gli ultimi anni, poter tornare indietro e fare altre scelte? Oppure vorrebbe far soffrire pene ben più che infernali a chi l'ha portata dentro al proprio inferno?
"Un contratto?" disse Helena - "se sei giunto fino a me per farti un goccio di rhum, ben venga, anche se stasera continuerei a bere volentieri da sola, ma se sei venuto a contrattare, caro il mio Signor Diavolo, mi spiace, ma hai scelto l'anima sbagliata. Non puoi contrattare un'anima che non c'è, ma se vuoi fare questo pessimo affare.... Pensavo fosse più intelligente, il Demonio, ed anche un po' più grosso, a dire il vero!".
L'Ombra sogghignò, questa volta un poco spazientita, ma un diavolo ha classe, e non può perdere la pazienza davanti ai suoi "fornitori", altrimenti non porterebbe mai a buon fine il suo lavoro. Per un attimo pensò anche che in quella carcassa umana, rannicchiata nel suo sporco letto, ci fosse ancora un barlume di Luce, e questo, francamente, stuzzicava ancora di più il suo desiderio di possederne l'anima.

"Tu credi che farei un pessimo affare? Lascia decidere a me; se così fosse, per te sarebbe tutto di guadagnato, non credi?".
Helena riuscì a guardarlo finalmente negli occhi, gli rifilò uno dei suoi sorrisi più maliziosi, assumendo anche una posa quasi seducente nella sua veste autodistruttiva.
"Il Diavolo, pensa chi si è scomodato tanto per le mie urla! Tutto il mondo va' avanti, niente si ferma, come deve essere, ma il Demonio in persona si scomoda per venire a contrattare con me. Ma siamo sicuri che tu non sia solo un suo "lavorante?".
"Sono io, in persona, questo tu lo senti, e sono disposto ad offrire quello che vuoi per la tua anima. La sento, ne sento il profumo, ed ha un valore. Tu non la vuoi più, non ti è più utile, ma puoi barattarla per qualcosa che desideri intensamente, non mi sembra un brutto affare, non credi?".
Helena lo guardò, sorrise di nuovo, con apparente fatica riuscì a sedersi mettendosi proprio di fronte a lui, sostenendo il magnetismo del suo sguardo. Quegli occhi erano così diabolici ed intensi, ma sapevan anche essere teneri, o forse lei voleva vederli tale.
"Sei decisamente bello....impossibile resisterti, ed è vero, io non sento più un'anima, ho il vuoto dentro, perchè mai non dovrei accettare..".
Lei gli posò una mano sulla guancia, pensava di trovarla fredda,glaciale, ma al contrario era calda. Il Demonio aveva una pelle calda, profumata, inebriante. Per un attimo si sentì come trasportata in un prato in fiore, pieno di mille odori. In quel piccolo contatto sentì, o almeno credette, non avendola mai provata, la botta di calore di un'overdose.
"Accetto", disse Helena " e non ti chiedo molto in cambio: voglio un bacio, un solo bacio. Voglio un bacio dal Demonio".
Una fragorosa risata echeggiò nella stanza buia, spoglia e maleodorante di Helena:"tu, puoi chiedere tutto quello che vuoi, e l'unica cosa che chiedi è un mio bacio? Non so se sentirmi onorato, da tale richiesta, o riderne fino a star male. Ma accetto, mia dolce e persa creatura, ovviamente, accetto! Quale modo migliore per suggellare un patto così importante".
Il Demonio si avvicinà con fare voluttuoso a Helena, le due labbra stavano per sfiorarsi. Helena ne sentiva il calore, ne sentiva già il sapore sovrapporsi a quello del suo rhum preferito, ma accadde una cosa, in quell'abbraccio di dannazione: il Demonio sentì il Vuoto, un vuoto che nemmeno lui era in grado di riconoscere, e ne toccò il gelo, il gelo assoluto. La sua Ombra di Demonio si stava congelando, e non era in grado di staccarsi da lei, come lei non era stata in grado di staccarsi dagli occhi di Lui. Helena lo accarezzava con dolcezza, ma il suo sguardo era vuoto, totalmente vuoto, con un chè di, sì, giusto termine, diabolico!
"Povero Diavolo, ti avevo avvisato che sarebbe stato un brutto affare".
Sul letto di Helena ora una statua di ghiaccio, una bellissima statua di ghiaccio di cui si scorgevano a malapena i bei lineamenti che la distinguevano, l'unica cosa molto chiara, ben scolpita, era lo sguardo sorpreso. Helena ne tracciò i lineamenti con le dita, lo guardò ancora per un po', finì di bere il suo adorato rhum, e sorridendo freddamente, schiantò la bottiglia contro quella statua. Il letto era fradicio, gelido. Lei tastò le lenzuola con le mani, si tagliò toccando un frammento della bottiglia,si spostò un po' più in là, si rannicchio con il viso sul cuscino macchiato del proprio sangue, le lacrime tornarono a scendere.
"Io ti avevo avvisato, mio Demonio, che era un pessimo affare", sussurò, addormentandosi.



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